Ponte di mare – come ricongiungere progetto e desiderio è un progetto dell’ Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva e CLAC, vincitore del bando “Prendi Parte! Agire e pensare creativo” ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per promuovere l’inclusione culturale dei giovani nelle aree caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale.

Il progetto - realizzato da Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva e CLAC, in partenariato con l’associazione Mare Memoria Viva, l’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe, l’associazione Caravanserai Palermo e l’associazione Zisalab – ha coinvolto  35 giovani NEET (giovani tra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano) italiani e stranieri in due percorsi creativi guidati dalla designer Sara Ricciardi e dall’artista Juan Esteban Sandoval.

ARRICRIATI

workshop a cura di Sara Ricciardi

Il laboratorio dal titolo “ARRICRIATI” è stato affidato alla designer Sara Ricciardi e ha avuto come scopo principale quello di creare un team di lavoro che progettasse una linea di merchandising inedita per l’Ecomuseo Mare Memoria Viva.

Già nell’ironico doppio senso sotteso al titolo si dice molto sia della personalità del suo art director – artista, performer, designer ed esperta di social design e di processi di rigenerazione urbana, eclettica e visionaria donna del sud -  sia della finalità del workshop: in dialetto meridionale infatti “arricriarsi” significa godere oltremodo di qualcosa, ma gioca anche con il significato primario di “ri-crearsi”, di immaginare nuovi percorsi di vita lavorativa e non solo. L’approccio scelto dalla Ricciardi è stato quello “”design thinking” usato sia nella progettazione dei prodotti da produrre in tutte le sue fasi, ma anche e soprattutto per riflettere su di sé e sulla progettazione del proprio futuro. Il workshop ha avuto come partner nella produzione la crew di Crossing Over, progetto nato dalla partnership tra le associazioni culturali ZisaLab e CaravanSeraiPalermo, costituite da giovani artisti e progettisti palermitani; insieme hanno condotto un lungo e impegnativo percorso formativo sulla serigrafia, grafica, stampa e disegno

Il lungo percorso del workshop ha visto coinvolti in maniera entusiasta i giovani partecipanti che hanno preso parte ad ogni fase di creazione di un prodotto creativo: brainstorming, analisi del contesto e del committente, riflessione sui dei target di pubblico, ideazione del concept ma anche fattivamente alla costruzione e produzione dei prodotti. Hanno imparato a costruire un telaio di serigrafia, a usare i software di grafica, a scegliere i materiali, a usare tutte le attrezzature di una falegnameria professionale.

La cosa più interessante è stata la sinergia che si è venuta a creare nel team di lavoro, tanto che alcuni hanno deciso di continuare a lavorare insieme, dandosi un nome collettivo, “MAREA”, che è anche l’insegna del grande nuovo espositore che ospiterà tutti gli oggetti creati all’interno del museo.

Il workshop ha rappresentato per l’Ecomuseo un’ulteriore occasione per alimentare la comunità di amici, sostenitori e fruitori. Come racconta Marina Sajeva, curatrice del workshop e responsabile dei Servizi Educativi. “ I ragazzi hanno camminato con noi nei luoghi di cui il museo parla, hanno imparato a memoria con passione le storie che sono raccolte nel percorso dell’ecomuseo, hanno ascoltato le nostre esigenze e i nostri sogni per Palermo e il suo mare. Con noi, giovani imprenditori nel settore culturale, sono riusciti a confrontarsi e a trarre spunto dalle nostre storie professionali. Con alcuni di loro sicuramente continueremo a collaborare, è stata una grande opportunità di creare relazioni con ragazzi del quartiere di questa difficile fascia di età, siamo molto grati alla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane per questo bando sperimentale e coraggioso ”.

Sara Ricciardi, giovane e già affermata designer campana con base a Milano (www.sararicciardi.org). Sara è un vulcano di energia capace di estrapolare da ogni limite un segno autentico e personale, il suo motto è “fate divertendovi”, ne sono un esempio i suoi allievi della NABA e della DOMUS ACADEMY. Elabora workshop urbani di co-progettazione partecipata in cui si analizzano le periferie e si individuano dinamiche ad hoc per lo sviluppo territoriale e la riqualificazione degli spazi e dei servizi. Insieme al comune di Milano monitora le periferie e i CAM - centri di aggregazione - per creare materiale editoriale e progetti condominiali volti a favorire una sinergia tra gli individui dei contesti popolari che rianimino le dinamiche relazionali e spaziali.

La festa delle cose

workshop a cura di Juan Esteban Sandoval

Il laboratorio ideato e condotto dall'artista Juan Estaban Sandoval ha coinvolto un gruppo di ragazze e ragazzi eterogeneo per età, provenienza e background in un percorso che segue tutte le fasi di progettazione e di realizzazione di manufatti, partendo da materiale grezzo, fino alla creazione e all'uso di oggetti. Il gruppo ha raccolto nei campi, vicino al museo, campioni di terre argillose, sperimentando la lavorazione in diverse fasi, fino alla creazione di oggetti in terracotta.

L'ideazione di questi oggetti è passata attraverso un confronto e una riflessione sulla relazione tra cose, storie personali e storie del territorio. In questo modo i partecipanti hanno potuto leggere la collezione dell' Ecomuseo in maniera inedita, pensando a come gli oggetti veicolino testimonianze o a come oggetti di nuova creazione possano stimolare dinamiche di aggregazione.

Insieme hanno deciso di plasmare delle ciotole, oggetti diversi ma parte di una stessa serie, e dei ciondoli di una grande collana. Per cuocere questi oggetti, gli stessi partecipanti realizzeranno un forno di carta e di argilla, dando vita a una lunga cottura rituale. Il laboratorio culmina nella festa dell'11 maggio, in cui questi oggetti prenderanno vita, verranno offerti e mostrati a chi prenderà parte alla “Festa delle cose”!

Questo percorso è stato un'esperienza collettiva di consapevolezza e di conoscenza della materia di cui sono fatte le cose, per mettere in luce come nell'essere umano il fare e il pensare non siano processi slegati.

Lo scopo principale non è stato acquisire competenze tecniche di lavorazione, quanto piuttosto fare toccare con mano quanto si cela dietro gli oggetti che ci circondano nel quotidiano.

Dietro questi oggetti vi sono storie affettive, processi di lavorazione umana, cicli naturali così come progetti e idee. Il tutto legato a tempi spesso lenti, in cui per arrivare a tenere un oggetto tra le mani bisogna imparare ad attendere e anche a rischiare, che durante la lavorazione, qualcosa vada storto.

Juan Esteban Sandoval ha pensato che tutto questo fosse simbolico per ragazzi e ragazze che si trovano davanti al proprio progetto di vita. Per dirla con Bruno Munari: “ La conoscenza del come si fa a fare o a conoscere le cose, è un valore liberatorio: è un “fai da te” di te stesso”.

La curatrice Giulia Crisci racconta: “Nel contesto dell'Ecomuseo ci è sembrato importante proporre un processo di trasformazione evidente, dalla materia al manufatto, per raccontare come il pensare e l'agire creativo trasformino l'esistente. Abbiamo voluto condividere con i ragazzi l'idea che prendere parte, essere attori della propria vita, significhi anche giocare un ruolo nella società, impegnandosi a trasformare se stessi e ciò che ci circonda. Nel nostro caso volando alto, ricordarsi che è possibile fare e rifare una città diversa”.

Per mettere l'accento sulla dimensione collettiva tutto il percorso culmina nella costruzione condivisa del forno, che per diverse ore cuoce gli oggetti e crea un momento rituale e con una grande festa aperta a tutta la cittadinanza.

Juan Esteban Sandoval del collettivo El Puente_Lab, è nato a Medelin(Colombia) nel 1972, vive tra la Colombia e l’Italia. Per lui “l’arte è un motore, non deve essere isolata dalla vita di tutti i giorni, ma radicata e in dialogo con tutto il mondo sociale”. Nel 2003 ha fondato il collettivo El Puente_Lab il cui lavoro si fonda sul principio di trasformazione sociale responsabile e considera la creazione artistica come uno strumento di attivazione che avvia, facilita e accompagna processi di educazione, comunicazione e trasformazione urbana e sociale.

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