A partire dalla mappatura di comunità abbiamo creato e sperimentato una metodologia che chiamiamo Memoria Viva, per ricercare, raccogliere e raccontare storie di persone e luoghi, di legami e trasformazioni capaci di riavvicinare abitanti e territorio. I materiali raccolti insieme alla comunità vengono poi restituiti e diventano patrimonio collettivo attraverso l'uso delle nuove tecnologie diventando di volta in volta spazio pubblico, museo, geoblog, percorsi sonori, applicazioni o kit didattici.
Ovunque ci siano storie di persone e luoghi, possiamo disegnare e/o co-progettare un processo di mappatura del territorio coinvolgendo chi lo ama e lo vive, pensando a output
creativi e divulgativi.
Ci occupiamo di educazione su diversi piani studiando modelli e sperimentazioni artistiche e pedagogiche di diverse provenienze geografiche (dal Brasile di Freire al nostro Danilo Dolci passando per Ward e Nussbaum).
Lavoriamo a percorsi educativi, creativi, ecologici e artistici dentro e fuori la scuola.
Il paesaggio è un universo pulsante di vita, di spazi, di relazioni. Consapevolezza urbana è imparare a leggere e interpretare il paesaggio urbano in tutte le sue componenti materiali e simboliche storiche e ambientali, percependo sé stessi come parte attiva in esso. Crediamo nella possibilità di trasformare le nostre città in città educanti in cui tutti i soggetti attivi possano contribuire alla trasformazione sociale.
Offriamo supporto e consulenza per la rigenerazione di spazi urbani in abbandono e in contesti (apparentemente) marginali. Abbiamo maturato un’esperienza di lavoro in periferia che ci permette di progettare soluzioni per ripensare spazi e immaginari complessi, dall’aspetto tecnico, al fund-raising, al progetto di riuso utilizzando metodologie inclusive.
L'ecomuseo si pone come un presidio di inclusione per far sì che i progetti di riqualificazione che sono previsti nel territorio possano avere delle ricadute ampie; se si interviene sulla qualità degli spazi ma non si accompagnano le persone a essere consapevoli delle potenzialità dell’intervento in quello spazio, non si può creare sviluppo.
Invitiamo artisti a lavorare in situ e prediligiamo pratiche artistiche comunitarie, quelle forme di arte che a partire da una ispirazione condivisa promuovono processi collettivi di creazione, che creano legami tra le persone e tra le persone e i luoghi ed esprimono l’amore per il lavoro artistico come divenire, come quotidianità.