L'Ecomuseum è un'istituzione culturale innovativa che si distingue dai musei tradizionali per la sua natura comunitaria e partecipativa, per la vocazione sociale e per dare valore a ciò che le comunità decidono abbia valore.
Mentre i musei tradizionali tendono a concentrare le loro collezioni in edifici specifici, l'ecomuseo entra ed esce dalla sede fisica e comprende il territorio circostante, coinvolgendo direttamente la comunità locale nella valorizzazione del proprio patrimonio.
Questo approccio partecipativo promuove una comprensione più profonda e autentica delle tradizioni, delle storie e dei paesaggi locali.
In Italia, numerosi ecomusei rappresentano questo concetto in modo rappresentativo. L’Ecomuseo del Vanoi in Trentino-Alto Adige, ad esempio, è un ecomuseo integrato e comunitario, che abbraccia il territorio e il paesaggio. L’Ecomuseo delle Acque del Gemonese in Friuli-Venezia Giulia, si dedica alla conoscenza e valorizzazione del territorio attraverso l'inventariazione partecipata, la cura e conservazione dei beni materiali e immateriali, e la promozione di iniziative culturali e di sostenibilità ambientale e sociale.
In Toscana, l’Ecomuseo delle Miniere racconta la storia delle attività minerarie. In Liguria, l’Ecomuseo della Castagna si dedica alla valorizzazione della coltivazione della castagna e dell’importanza sociale e culturale che il frutto ha avuto nella vita del paese.
Noi dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva a Palermo siamo però l’unico ecomuseo urbano. Dedicati alla memoria e alla storia del rapporto tra la città di Palermo e il mare e a temi di giustizia ambientale e sociale lavoriamo con artisti e abitanti in esposizioni, laboratori e attività partecipative.
Scoprire gli ecomusei italiani significa immergersi in esperienze che vanno oltre la visita tradizionale, permettendo di esplorare storie e paesaggi unici, per tutti coloro che sono in cerca di una visita diversa dal solito.
Il concetto di ecomuseo è relativamente recente, nato negli anni '70 in Francia grazie agli sforzi di Georges Henri Rivière e Hugues de Varine. Questi pionieri del patrimonio culturale volevano creare un modello museale che andasse oltre la mera esposizione di oggetti, includendo il contesto ambientale e sociale in cui tali oggetti erano stati creati e utilizzati. L'idea era di trasformare interi territori in musei viventi, dove il patrimonio immateriale, le pratiche quotidiane e le tradizioni locali potessero essere preservate e valorizzate.
Nel tempo, il modello dell'ecomuseo si è diffuso globalmente, adattandosi ai contesti locali e alle necessità delle comunità. In Italia, ha avuto un impatto positivo su diverse regioni, rivitalizzando tradizioni, promuovendo lo sviluppo sostenibile e incoraggiando la partecipazione civica.
Gli ecomusei sono spazi dinamici che intrecciano storia e sfide contemporanee, offrendo opportunità di riflessione e apprendimento. Oggi, continuano a evolversi, combinando conservazione, valorizzazione ed educazione attraverso attività come laboratori e progetti di ricerca, e rappresentano modelli di gestione partecipativa e sostenibile che ispirano iniziative globali simili.
Raccontiamo storie di vita quotidiana, lavoro, migrazione e resistenza attraverso un approccio interdisciplinare e partecipativo.
La sede principale dell'Ecomuseo Mare Memoria Viva si trova all'interno dell'Ex Deposito delle Locomotive di Sant’Erasmo, uno spazio storico recuperato e trasformato in un centro culturale.
Visitare l'Ecomuseo Mare Memoria Viva significa immergersi in un viaggio tra passato e presente, esplorando un allestimento che comprende una varietà di installazioni multimediali, fotografie, testimonianze orali e oggetti storici.
Le mostre passate hanno spaziato da temi come la vita dei pescatori e delle loro famiglie, alla trasformazione del paesaggio urbano costiero, alle storie di migrazione e integrazione.
L'Ecomuseo organizza anche una serie di programmi educativi e culturali rivolti a tutte le età, tra cui laboratori didattici per le scuole, workshop creativi, visite guidate e passeggiate urbane.
Questi programmi mirano a coinvolgere attivamente la comunità locale e i visitatori, promuovendo una conoscenza approfondita e partecipata del patrimonio culturale e ambientale della zona.
Inoltre, l’Ecomuseo è del tutto accessibile grazie all'abbattimento delle barriere architettoniche e all'inserimento di percorsi e dispositivi per persone cieche e sorde.
Visitare un ecomuseo come Mare Memoria Viva offre numerosi vantaggi. In primo luogo, permette di vivere un'esperienza culturale immersiva e autentica, che va oltre la semplice osservazione passiva di oggetti esposti. Attraverso il coinvolgimento diretto della comunità e l'uso di metodologie partecipative, l'ecomuseo offre una comprensione più profonda e personale della storia e delle tradizioni locali.
Inoltre, gli ecomusei svolgono un ruolo fondamentale nella conservazione del patrimonio immateriale, valorizzando pratiche, conoscenze e storie che altrimenti rischierebbero di andare perdute. Questo approccio contribuisce a rafforzare l'identità culturale della comunità e a promuovere uno sviluppo sostenibile del territorio.
Infine, l'ecomuseo rappresenta un luogo di incontro e di scambio, dove persone di diverse età e provenienze possono condividere esperienze, conoscenze e prospettive. In questo modo, gli ecomusei favoriscono la coesione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini nella vita culturale della propria comunità.
Un'opera d'arte è per noi un'azione tesa a stimolare consapevolezza, discorso pubblico, presa di posizione civica!
Dall'esperienza di CabiNet e dal lavoro Costa Sud dell'artista Irene Coppola, che abbiamo invitato a collaborare con noi, è nato un percorso in condivisione e un'alleanza con associazioni, cittadini e comitati per riportare all'attenzione lo stato del Teatro del Sole, uno dei luoghi della nostra nostra costa che riteniamo un'emblema delle potenzialità soffocate che questo territorio possiede.
Il 27 marzo 2018 abbiamo organizzato un incontro in collaborazione con Il Comitato per la riapertura del Teatro del Sole, l'ex-mammellone ad Acqua dei Corsari, discutendo sulle condizioni attuali e sulle possibilità future.
È importante ricordare che il Teatro viene costruito insieme al parco circostante dedicato a Libero Grassi, come azione di bonifica di uno dei “mammelloni” della costa. Subito dopo l'inaugurazione viene chiuso a causa di una diatriba irrisolta sulla sicurezza ambientale.
Numerosi progetti, associazioni, scuole e cittadini attivi si sono spesi perchè questo Teatro potesse diventare spazio comune, adempiendo alla missione di rigenerazione urbana di un tratto di Costa (detta sud o di levante) profondamente colpita dalla speculazione edilizia mafiosa.
Ci siamo riuniti per aggiornarci e dibattere, invitando anche le istituzioni locali ad accogliere le nostre istanze per continuare a dire a gran voce che vogliamo che questo spazio venga restituito alla collettività!
Sono intervenuti:
Irene Coppola, artista; Architetto Sergio Sanna, Ground Action Palermo; Comitato per la riapertura del Teatro del Sole: Lorenzo Catalano, Antony Passalacqua, Silvano Riggio; Corsari Assetati, team Asoc, IV A dell'Istituto tecnico professionale ambientale Ascione.
Ha moderato il dibattito Mario Pintagro, alla presenza dell' assessore all'ambiente Sergio Marino
Inoltre hanno aderito e parteciperato al dibattito:
Casa della Cooperazione; Fiab Coordinamento Palermo Ciclabile; Associazione Parco Castello e Parco di Maredolce; UpPalermo; VediPalermo; Architetto Roberto Collovà; Eterotopia Laboratorio Navigante; Istituto di Formazione Politica e studi Sociali Pedro Arrupe
Il Mar di Storie è un progetto artistico di Lina Hissa in collaborazione con l'Ecomuseo. Realizzato nell'ambito di Storie Vere di Palermo, organizzato dall’associazione Histoires vraies de Méditerranée in collaborazione con l’Institut français Italia e di Parigi.
Si tratta di un archivio vivente, che si concentra sullo scambio e sulla condivisione di storie personali riguardo le relazioni umane con il mare. Nei diversi incontri che si sono svolti al museo e alla residenza sanitaria assistita Karol di Villabate, l'artista e gli operatori del museo hanno condiviso con un gruppo di partecipanti l'esperienza di diventare co-autori di una narrazione colletiva, in cui ognuno ha il compito di prendersi cura, conservare e tramandare la storia che un altro gli dona.
Ecco qui una piccola storia da conservare sotto sale:
Salvo – Un ricordo in barattolo
Sono un pescatore e fino a qualche anno fa lavoravo in fabbrica, mettendo il tonno in barattoli.
Se dovessi scegliere un ricordo da conservare per sempre in un barattolo, forse preserverei il ricordo del modo in cui arrivò per la prima volta la televisione a casa nostra.
Eravamo poveri e mia sorella ed io di solito andavamo a vedere la televisione dalla finestra o nella casa dei vicini. A volte chiedevamo loro di cambiare canale per vedere quello che ci piaceva.
Un giorno, nel 1977, mio padre uscì per andare a pesca, e anche i miei zii erano in mare a pescare. Avevano un tipo di rete fatta appositamente per pescare i tonni. Quando tornarono, prima che mio padre rincasasse, mi dissero: «Tuo padre e la sua barca sono ricoperti di pesce!». Sapevo che mio padre pescava, ma non avrei mai immaginato che avesse presso tutto quel pesce. La sua barca era piena di quasi 5000 piccoli tonni. Mai visto così tanto pesce in vita mia!
Non so quanto sia stato il guadagno, ma quando mio padre tornò a casa dopo avere venduto il pesce, aveva fra le braccia un televisore. Le mie sorelle ed io ci guardammo con gioia, non credevamo ai nostri occhi: «Veramente abbiamo una televisione?!» La prima trasmissione che vidi fu il Festival di Sanremo, in bianco e nero.
Ho perso mio padre quattro mesi fa.