‘Un Sacco di Palermo’ è un kit pedagogico ideato da Valentina Mandalari e prodotto dal Dipartimento Educazione di Manifesta12. Il kit è composto da più moduli e pensato per aiutare insegnanti ed educatori a introdurre nei programmi curriculari della scuola primaria e secondaria il delicato tema della speculazione urbana che ha investito Palermo negli ultimi decenni. Essendo stato ispirato da una ricerca redatta da ricercatori dell’Università di Palermo, da attivisti locali e dagli artisti e collaboratori di Manifesta 12, il kit è suddiviso in diverse sezioni, ognuna delle quali si focalizza sulle conseguenze ambientali, urbane e sociali che lo sviluppo non regolamentato della città ha portato.
Attraverso giochi di classe, passeggiate didattiche nel quartiere, ricerca individuale e collaborazioni con istituzioni, il kit vuole incoraggiare gli studenti ad analizzare i diversi aspetti che hanno determinato la trasformazione della loro città. L’obiettivo di queste attività è di riflettere sull’impatto e sulle ripercussioni che gli eventi iniziati nel 1950 – durante quello che è stato definito ‘Il Sacco di Palermo’ – hanno avuto sulla città, influenzandola su svariati fronti.
Il kit è stato distribuito alle scuole della città ed è parte dell’offerta educativa dell’Ecomuseo dove può essere utilizzato dalle scuole dalle famiglie con la guida dei nostri mediatori.
‘Un Sacco di Palermo’ è stato ideato da Valentina Mandalari con il contributo di Daniele Crisci, Davide Leone e degli studenti e insegnanti delle scuole Sferracavallo, Arenella, e Sperone Pertini.
Chi sono oggi gli abitanti di Palermo? Cercando una risposta a questa domanda, François Beaune, scrittore francese e ideatore del progetto Storie vere del Mediterraneo, ha proposto a Lina Issa, artista performer libanese che vive ad Amsterdam, e Hind Meddeb, regista francese di origine magrebina, di posare le loro valigie nel capoluogo siciliano.
Con il prezioso supporto dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva e dell’associazione Arci Porco Rosso, Lina Issa e Hind Meddeb hanno trascorso in residenza tre settimane a Palermo ad ascoltare le storie dei palermitani e le risonanze delle diverse realtà che coabitano nella città. Ascoltando e dando voce alle storie vere di coloro che hanno incontrato, si sono appropriate del racconto di una città dalle molteplici identità. Raccogliendo storie vere, hanno inventato una nuova città che è il risultato della fusione della loro immaginazione con quella dei palermitani.
Il risultato artistico è la proiezione di un video e una performance interattiva di storytelling; insieme per ricreare lo spazio di scambio e di incontro generoso, vulnerabile e urgente che le artiste hanno condiviso con gli abitanti della città.
Il materiale è stato presentato come un archivio aperto e in perenne crescita, che il pubblico è invitato a ricevere, interpretare, trasmettere e alimentare con nuove storie.
Storie vere di Palermo è prodotto dall’Institut français Italia e organizzato in cooperazione con l’Associazione Histoires vraies de Méditerranée (Marsiglia), con il sostegno dell’Institut français di Parigi e della Città di Marsiglia. Con la collaborazione di Ecomuseo Mare Memoria Viva e Arci Porco Rosso. Nell’ambito di La Francia in Scena 2018 - Stagione artistica dell’Institut français Italia
La “Carta di Palermo” riprendendo l’art.13 della Dichiarazione Universale dei diritti umani afferma che la mobilità è un diritto inalienabile di ogni persona. Palermo sta aprendo le porte tanto ai turisti quanto ai migranti. E’ città di sbarco e continua a essere città di emigrazione. Il problema del lavoro qui è un problema di tutti i giovani a prescindere da formazione e provenienza. Il progetto propone percorsi di autoimprenditorialità come possibile soluzione occupazionale tanto per i giovani migranti che per i locali e punta alla costruzione di una start up trans-culturale nella filiera turistica. Per farlo partiremo dalla solida rete di relazioni che abbiamo costruito sul territorio, sperimenteremo percorsi innovativi di mappatura delle soft skills e di empowerment con circa 100 giovani e accompagneremo la creazione di una start up sociale con un’offerta originalissima di turismo transculturale lavorando con un gruppo di 25. I servizi e prodotti di “accoglienza mediterranea” sono dettagliati nelle attività e riguardano gestione di alloggi turistici in collaborazione con VisitSicily, tour esperenziali, il primo catering di cucina narrativa, servizi connessi alla creazione di un museo diffuso delle migrazioni da e per la Sicilia. I punti di forza e l’innovazione sono in sintesi: - la partnership, che vede insieme una start up turistica radicata nel territorio e da poco premiata con un investimento dal fondo di impact investing OltreVenture e alcuni tra i soggetti più attivi e riconosciuti nel mondo dell’attivismo no borders e dell’innovazione sociale, insieme all’Università con la sua Scuola di Lingua Italiana per Stranieri e l’eccellenza della Clinica Legale sui Diritti Umani. - la costruzione di una vera e propria filiera turistica alternativa con una foresteria delle culture dedicata all'accoglienza turistica - imprenditorialità come strumento di emancipazione per migranti e locals insieme - la fertilità del contesto e la messa in rete con altre start up.
Progetto finanziato dalla Fondazione CON IL SUD attraverso il Bando Iniziativa Immigrazione 2018. Capofila Centro Astalli di Palermo in partnership con ass. Next, Consorzio Arca, ITASTRA - Università degli Studi di Palermo, VisitPalermo, Cledu - Clinica Legale per i diritti umani, Ufficio Turismo - Comune di Palermo, Istituto Ferrara
Il progetto artistico è nato dall’idea dell’artista contemporanea Elena Bellantoni con la curatela di Giulia Crisci e Neve Mazzoleni e prodotto dall’Ecomuseo e dall’artista in seguito alla selezione nel programma ufficiale Manifesta Collaterals.
L'intervento artistico è partito dalla negazione della visione del mare ai cittadini di Palermo, a seguito della selvaggia speculazione edilizia iniziata nel dopoguerra e culminata nell’epoca Ciancimino, conosciuta come “Sacco di Palermo”, che ha privato la città della sua costa balneabile e della tradizione marinara.
L'artista ha individuato in una torretta d’avvistamento il simbolo della negazione, nonché dispositivo di interazione con il pubblico, elemento caratterizzante la sua poetica. La torretta di legno è alta 2 metri ed 80 centimetri, dotata di ruote, movibile. L'altezza ha permesso di rialzare il punto di vista, concedendo nuovamente la vista del mare, oltre i muri o le costruzioni di cemento frontemare lungo la costa sud-est.
Spingendo faticosamente la pesante Torretta per le strade come in una processione, Bellantoni si è fatta carico della pesantezza dello sguardo negato all’orizzonte del mare, ma ha anche invitato il pubblico a tenere un dialogo intimo con l’elemento e “annegare” una parola. La raccolta di questi dialoghi intimi con il mare ha dato corpo alla sceneggiatura del video inedito: Ho annegato il mare, che è diventato parte della collezione del museo.
Programma Collaterals Manifesta12
Progetto artistico Elena Bellantoni
A cura di Giulia Crisci e Neve Mazzoleni
Il progetto quartieri dell’Ecomuseo Mare Memoria Viva nasce da una riflessione sul ruolo sociale dei musei nella società contemporanea.
Il tema del ripensamento del ruolo e della funzione dei luoghi pubblici tradizionali di fruizione culturale, siano essi musei, biblioteche, teatri è strettamente legato alle trasformazioni in corso nei modi di fare e produrre cultura, allo sfumare dei confini tra produttori e consumatori di prodotti ed esperienze culturali, alle trasformazioni nei modi con cui le persone interagiscono tra loro ed esprimono valore simbolico.
Ci sembra che la parola che possa meglio sintetizzare tutto questo sia relazione, il museo cambia perché cambia il modo in cui si mette in relazione e produce relazioni.
La conoscenza delle realtà peculiari che abitano la periferia sud è stata la prima tappa del progetto. L’ecomuseo si è presentato e raccontato attraverso un tour di incontri con istituzioni, organizzazioni, enti non profit, commercianti, testimoni e abitanti. Il tour è servito a far conoscere le attività culturali ed educative del museo per stimolare nuove persone che vivono nei quartieri limitrofi a frequentarlo ma anche a sviluppare intrecci e sinergie per sviluppare nuovi progetti sul territorio.
L’intento è quello di fare vivere l’ecomuseo come uno spazio culturale pubblico e inclusivo dove mettersi in relazione e imparare cose nuove non da semplici fruitori ma da partecipanti attivi.
Progetto finanziato dal Servizio Musei e Spazi Espositivi dell’Ass.to alla Cultura del Comune di Palermo in partnership con la Galleria d’Arte Moderna.
Il progetto prevede la realizzazione di exhibit mobili progettati per portare “il museo fuori dal museo” e permettere l’interazione tra i contenuti audiovisivi e multimediali della collezione e gli studenti delle scuole, gli anziani residenti in case di cura e di riposo, pazienti ospedalieri, persone soggette a riduzione della mobilità e pertanto impossibilitate a visitare direttamente l’ecomuseo.
La progettazione e l’impiego dei “SEA BOX” sarà il risultato di un lavoro di ricerca sul campo condotto insieme ad educatori, operatori socio-sanitari, studenti e pazienti. Gli exhibit permetteranno una fruizione attiva e serviranno non solo ad ascoltare ma anche a raccogliere nuove storie, testimonianze e memorie per arricchire l’archivio delle narrazioni Mare Memoria Viva.
Progetto finanziato dal bando Funder35 - 2018
In partnership con Istituto Geriatrico Siciliano e coop. soc. Karol
In via Ponte di mare c’è il grande condominio che tutti chiamano U’ palazzu, uno dei simboli del Sacco edilizio che ha cambiato per sempre negli anni 70 il paesaggio di quella che era la Conca d’oro. Dall’interno del museo il palazzo di via Ponte di Mare appare imponente al di là del vetro e forse per questo lo abbiamo scelto come oggetto di indagine.
Per un anno abbiamo intervistato, ascoltato, esplorato e conosciuto alcuni degli abitanti del condominio, abbiamo raccolto le loro storie, siamo entrati nelle loro case a vedere il mare e li abbiamo portati in barca a vedere la loro casa dal mare.
Questa ricerca azione ha prodotto video, fotografie, audio, storie e racconti che diventeranno a breve un nuovo exhibit interattivo dell’ecomuseo.